Dopo aver pubblicato l’EP ‘Kicker’ esattamente un anno fa (descritto da Pitchfork come il miglior lavoro della band degli ultimi 20 anni) i The Get Up Kids tornano con un nuovo attesissimo full lenght, “Problems”, primo disco dei nostri in otto anni, che riporta le lancette della scena emo-core indietro di 25 anni, al periodo in cui Ryan Pope, Rob Pope, Jim Suptic e Matt Pryor fondarono la band nel Missouri, USA ed erano dei teenagers.
La domanda sorge spontanea, qualcuno si ricorda dell’Emo-core? Quello che prese piedi a metà dei novanta, che musicalmente creò uno stile in cui i ritmi si fecero più lenti, le melodie acquistarono un ruolo importante così come le tematiche che si standardizzarono su argomenti di carattere intimo e personale che si dirigevano in altri mondi rispetto a quelle che erano gli standard dell’hardcore-punk? Forse bisognerebbe ascoltare semplicemente il lavoro e giudicare l’oggi lasciando da parte il passato.
Il nuovo album viaggia sui binari consolidati degli indimenticabili “Four Minute Mile” e “Something To Write Home About”, regalandoci una band in stato di grazia capace come poche altre di fondere romanticismo e puro punk rock. Il disco è stato prodotto da Peter Katis (The National, Interpol, Gang of Youths) e brani come “Satellite” e “The Problem Is Me” mettono in chiaro che i nuovi Get Up Kids sono si fedeli alla scena che li ha visti protagonisti ma anche una band in continua evoluzione. Non hanno perso nulla di quello che era la loro cifra stilistica due decenni fa, ancora in grado di dipingere atmosfere in bilico tra emozionalità e malinconia, mentre strumentalmente riescono a dare quel qualcosa in più rispetto al passato, nel gioco delle chitarre notevolmente complesso, nelle esplosioni percussive eccezionalmente controllate e in arrangiamenti stratificati.
Non pensavo di potermi ancora emozionare di fronte ad una musica che in definitiva si rivolge ad un pubblico di adolescenti per argomenti e suoni!!!


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