THE BUG ft. DIS FIG: “In Blue” cover albumUscito il 18 novembre 2020 in vinile – il 20 in versione digitale e CD – per la Hyperdub di Kode9, “In Blue” è l’album collaborativo tra The Bug e Dis Fig, alias della produttrice e DJ statunitense, ma di stanza a Berlino, Felicia Chen, esaltata da queste parti per l’album “Purge”. Versioni embrionali degli strumentali erano già apparse in un radio show del 2018 curato per “Solid Steel” da Kevin Martin, che più avanti ha deciso di coinvolgere nel progetto la Chen.

I due si sono conosciuti un po’ per caso, con uno scambio di e-mail in cui la Chen chiese il permesso per inserire una traccia dei King Midas Sound per un mix, condividendo inoltre il link per il download del sopraccitato “Purge”, parecchio apprezzato dal producer britannico, che decise dunque di assoldarla per “In Blue”. Al riguardo, i due definiscono l’album come ‘tunnel sound’.

Kevin Martin è un camaleonte musicale, infatti sono tanti i progetti in cui è stato coinvolto in più di due decadi di lavoro. Ricordiamo GOD, Techno Animal, Ice, Curse of the Golden Vampire e, in tempi più recenti, King Midas Sound. Come The Bug, Kevin sta lavorando da svariati anni nell’elaborazione di ragga, dancehall e dub.

Attualmente in forma feconda dopo una serie di superbi album solisti, “Zonal” con JK Broadrick, e il suo classico moderno con King Midas Sound, Kevin Martin aka The Bug trova ora un’ altra spalla ideale in Felicia Chen aka Dis Fig, che sembra lasciare il suo cappello di produzione a parte a favore del vox intimamente silenzioso, quasi oppiato che fornisce il contrappeso perfettamente posseduto alle basse frequenze e ai timbri nottilucenti della musica.

Per la maggior parte dell’album Dis Fig è una presenza centrale, anche se sfuggente, che canalizza con forza un certo tipo di trip hop e pop noia di fine anni ’90 che non possono fare a meno di ricordarci il tono dei classici Massive Attack, Depeche Mode o Sneaker Pimps di quell’epoca, mentre la produzione di The Bug elude sottilmente lo spazio notturno poetico e liminale doloroso di KMS nei suoi ritmi più tipici da dancehall con effetto irresistibile. Le 12 tracce suonano come un libro di inni per le piste da ballo deserte e infestate del 2020, temperando i sottotitoli e la batteria a una distanza media spettrale, appena fuori portata, piuttosto che in faccia, e lasciando acri di spazio per la voce di Felicia da infestare, irradiandosi variamente dal nucleo all’infinito come in “End In Blue”, o nascosta nella foschia stereo psichedelica di “Forever”, mentre la cadenza travolgente di “Destroy Me” risuonerà probabilmente nella testa per giorni, settimane dopo, e puoi trovare K. Martin al suo meglio strumentale sul ghigno snervante di “Blood”.

Un disco ricco di tensione e claustrofobico in certi passaggi, magnetico e intenso, lo si può considerare come la colonna sonora ideale di questo momento storico, ma anche uno sviluppo produttivo ulteriore per dare lustro al grande Kevin!!!


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