SKY VALLEY MISTRESS- “Faithless Rituals”Quello degli Sky Valley Mistress non è semplice stoner, ma un potentissimo rock ‘n’ roll che non li vede troppo distanti da artisti del calibro di Jim Jones, Rival Sons, Royal Blood e Black Rebel Motorcycle Club. “Faithless Ritual” è stato registrato presso il leggendario Rancho De La Luna, Joshua Tree, California, co-prodotto dal grande Dave Catching (Queens Of The Stone Age, Eagles Of Death Metal e Mojave Lords), che ha anche partecipato in veste di feat. al primo singolo “Skull and Pistons”. L’esordio degli Sky Valley Mistress vi inchioderà al muro con otto tracce di puro hard rock, heavy metal stoner, e come lo stesso Dave Catching ci tiene a ricordare: “THIS IS ROCK ‘N’ ROLL”. In realtà vedo anche un’attitudine glam, un atteggiamento di provocazione che li colloca molto vicini al punk, per dirla con una solo parola: R’n’R influenzato dai grandi Stooges.

Questa giovane e promettente band stoner proviene da Blackburn, Lancashire, Uk. Quando ascolterete questo album sarà impossibile tornare indietro, diventerete dei fan accaniti se avete adorato il muro di suono prodotto dagli amplificatori infuocati dal sole del deserto dei Kyuss e Masters of Reality, con una voce calda e blues sopra che ricorda quella della bionda singer dei Blues Pills.

L’onirica e spettrale copertina ci introduce alle otto tracce del disco e, appena parte la prima “You Got Nothin” (introdotta da un’intro parlata), si viene investiti da un treno merci che trasporta nitroglicerina: blues hard rock anni Settanta con una sezione ritmica stoner/garage. Il tutto arricchito dalla superba voce di Kayley Davies, una specie di Janis Joplin 2.0. il tiro non scende neppure con la successiva “Lost in Shock” dove il gruppo d’oltremanica vi lavora ai fianchi per assestarvi il colpo del KO nel finale con una sezione basso-chitarra che ricorda molto i primi QOSTA. Il programma mostra una qualità piuttosto alta per cui è inutile parlare di ogni singolo brano.

Sappiate però che “She is So” riporta alla mente i Masters of Reality a cui si aggiunge la prestazione vocale della Davies. La seconda parte del lavoro è quella che riserva le sorprese migliori. “Blue desert”, come implicito nel titolo, è un stoner blues da tenervi con il fiato sospeso tanta intensa è la interpretazione, quando il pezzo sembra concludersi riprende con giri stoner che vi trascineranno in una spirale senza fine.    Il gran finale del disco viene affidato ad “Electric Church”, un altro brano epico con una coda che vi farà battere il piede per terra a ritmo, nel caso non lo facciate, preoccupatevi, potreste essere morti.

Disco suonato con passione cuore e sudore, per questo da apprezzare senza remore!!!


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