Cover album SEBASTIEN TELLIER- “Domesticated”Il nuovo album di Sébastien Tellier si intitola “Domesticated” ed è stato pubblicato sull’etichetta Record Makers. Il musicista francese ne aveva in precedenza condiviso un primo estratto, “A Ballet”, accompagnato da un video. Tellier ha dichiarato che nel suo nuovo lavoro, “tutto è stato arrangiato a partire dalle linee vocali”, e che si tratta pertanto di un disco incentrato sulle melodie, nonostante sia all’insegna di “sonorità futuribili”. Ci ha fatto attendere parecchio il buon Sebastian, risaliva al 2014 la precedente uscita dal titolo “L’Aventura”.

Come lui stesso afferma una volta esisteva un altro Tellier, un lupo solitario, che poi si è innamorato ed infine sposato. Sono anche arrivati i bambini e la sua vita ne è stata completamente stravolta, non necessariamente in negativo. Mentre ascoltava musica in casa ha cominciato a notare gli oggetti domestici quotidiani, quelli che significavano il suo nuovo ruolo come padre, il latte versato, il tostapane, le corse a scuola che gli imponevano una riflessione sul trascorrere del tempo ed invecchiare, sul passare da una vita giovanile ed animalesca ad una tranquilla e pacifica. Cambiamenti così repentini e l’orizzonte di una routine sempre uguale tra le mura domestiche, si sa, possono essere devastanti per chi ha sempre vissuto tra champagne e caviale, lustrini e paillettes. Ma il nostro eroe ci tiene a urlare al mondo che no, lui davvero ha raggiunto la felicità, e che troppa libertà può nuocere.

E per farlo non può che servirsi della musica, tradurre in canzoni la storia di un animale selvaggio, catturato e infine domato, nella sua nuova dimensione casalinga. Lui si è formato musicalmente nell’età dorata del french touch, l’Illuminismo musicale francese, e che ha visto uno dei suoi migliori dischi prodotto da metà Daft Punk. Musicalmente il nostro è sempre stato eclettico, ha cantato l’amore in quella che è una delle canzoni-simbolo dei primi anni Duemila, e cioè “La Ritournelle”, e un minuto dopo si è calato nelle vesti di bizzarro porno-santone che, con occhi spiritati e sguardo stralunato, osserva lussurioso i suoi adepti impegnati nell’orgia di Cochon Ville. Attraversando, nel mentre, una fase da capo-popolo che vuole sensibilizzare le masse sul genocidio dei nativi americani, novello Antigone al fianco di tutte le minoranze etniche, e persino spingendosi nel culto di Poseidone per assecondare il suo lato mistico nel pregevolissimo “My God Is Blue”.

Ora ci propone un concept universale, un’esperienza in cui passiamo tutti, si è concentrato sul mondano, sul rendere il quotidiano qualcosa di straordinario. Del Tellier dei primi cinque dischi è rimasto ben poco, la sua controfigura attuale ci propina questi 32 minuti che risultano difficili da metabolizzare, annacquati in una elettronica algida, marziale e dalle poche emozioni, con l’ autotune a imperversare in tutti i brani. Nonostante il team di produzione, composto da un manipolo di dj della nuova scena electro, lo abbia lasciato libero di concentrarsi sulle melodie e le linee vocali, sono proprio queste ultime a mancare. Le atmosfere rimangono quindi per lo più strumentali, frutto di sonorità futuribili che aggiornano il pop degli anni 80 robotizzandolo con gli strumenti di ultima generazione. Lascio il giudizio a voi ascoltatori su questo repentino cambio di rotta, cioè se la nuova via intrapresa abbia bisogno di tempo per essere metabolizzata, oppure ci si trovi dinanzi ad una preoccupante impasse creativa!!!


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