ROLLING STONES – ‘Live at the El Mocambo’ cover albumLe registrazioni di “Live At The El Mocambo” dei Rolling Stones portano un sacco di prestigio alle loro condizioni e nel contesto della storia dell’iconica band britannica. Su quest’ultimo fronte, le registrazioni inedite del 1977 a Toronto segnano la prima rappresentazione completa dei contributi del chitarrista / cantante Ronnie Wood dopo essersi unito al gruppo nel 1975: era solo su cinque tracce dell’album in studio del 1976 “Black and Blue”. Quattro estratti dai due spettacoli in Canada sono emersi come parte di “Love You Live” dell’anno successivo, set di concerti in doppio LP e sebbene questa versione attuale non comprenda entrambe le apparizioni nella loro interezza – solo l’intera seconda notte e tre selezioni dalla prima (che in realtà suonano ridondanti sul secondo CD) – tuttavia documenta il primo in una serie di tali spettacoli, luoghi incomparabilmente intimi che gli Stones hanno successivamente offerto negli anni a venire (vedi “Stripped” e, un decennio dopo, “Sticky Fingers Live At The Fonda Theatre 2015”).

Senza dubbio il gruppo ha provato rigorosamente prima di questi concerti, ma comunque ne è valsa la pena. Non si può negare il fuoco nel suonare all’inizio di “Honky Tonk Women” e “Hand of Fate” e mentre l’inclusione di materiale come quella melodia degli ultimi giorni (dal suddetto album in studio) riafferma che il gruppo non stava prendendo la cosa con leggerezza, anche altri inserimenti più vintage dei loro primi giorni, hanno una resa che molto deve a questo ambiente molto ravvicinato e personale. “Route 66” e “Mannish Boy” sono solo due dei brani con radici blues su cui gli Stones si sono fatti le ossa, ma questo rende solo più impressionante il gusto e la lucidatura con cui li infondono qui.

Al contrario, tuttavia, mentre il sentimento all’interno di “Let’s Spend the Night Together” è proprio in linea con alcune delle battute timide tra le canzoni di Mick Jagger, questa interpretazione suona pura e semplice. Il leggendario cantante solista poteva sembrare un po’ untuoso in quei giorni quando si rivolgeva alla folla in luoghi all’aperto su larga scala, ma mentre scherza con il pubblico e i suoi compagni di band in questo club da trecento posti, suona il più delle volte come il suo archetipo indifferente.

Su un fronte più pratico, il canto costantemente vigoroso e incisivo del frontman alla chiusura di “Jumpin’ Jack Flash”, per esempio, è senza dubbio caricato dalla novità dell’evento. Come è anche il caso del suo Glimmer Twin, Keith Richards, e del suo compagno di sei corde, Wood(y): i due aiutano a cristallizzare la chimica della band scambiando figure di chitarra in “All Down the Line” come se suonassero insieme da molti anni, non solo mesi. Naturalmente, proprio quella longevità è esattamente la base da cui il bassista Bill Wyman e il batterista Charlie Watts traggono il loro impatto flessibile come sezione ritmica. Il percussionista Ollie Brown è praticamente impercettibile durante la maggior parte di questo nuovo mix di Bob Clearmountain, ma il suo campanaccio (!) esce forte e chiaro in “Luxury”, così come il pianoforte di Billy Preston.

“Live At The El Mocambo” continua anche un’altra grande (sic) tradizione dei Rolling Stones per quanto riguarda il design grafico per le loro uscite fisiche. Il profilo rosa delle labbra e del logo della lingua su fondo nero (sulla copertina e sui due compact disc) sembrerebbe non aver impiegato più tempo a disegnare che a immaginare. Questo titolo tanto atteso meritava un’opera d’arte che almeno si avvicini ai piaceri scintillanti di ciò che racchiude, i cui suoni rendono significativa la frase altrimenti spesso cliché ‘la più grande rock and roll band del mondo’!!!


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