ROBERT WYATT: “His Greatest Misses” cover albumÈ uscita il 9 ottobre 2020 (via Domino) la ristampa, per la prima volta in vinile, di “His Greatest Misses”, compilation di Robert Wyatt originariamente pubblicata nel 2004 per il mercato giapponese, e solamente in versione CD, dalla Hannibal Records.

L’album è una selezione di brani dal periodo 1974-2003, assemblati in ordine non cronologico per invitare l’ascoltatore a esplorare trasversalmente la produzione del musicista canterburiano. Nelle 17 canzoni compaiono classici intramontabili come “Sea Song” e “Little Red Robin Hood Hit The Road” tratti dal capolavoro “Rock Bottom” del ’74, passando per “P.L.A.” dall’album “Old Rottenhat” del 1985, per arrivare alla toccante interpretazione di “Foreign Accents” dal penultimo “Cuckooland” del 2003. La raccolta mette in luce non solo la capacità di Wyatt di scrivere melodie travolgenti che spaziano dal jazz a soffici atmosfere psichedeliche, ma anche quella di sperimentare con le canzoni altrui. In questo senso spiccano le derive etniche di “Arauco”, originariamente scritta dall’artista cilena Violeta Parra, “At Last I Am Free” degli Chic e “Shipbuilding” di Clive Langer e Elvis Costello, canzone che, assieme alla cover di “I’m A Believer” di Neil Diamond, originariamente resa popolare dai Monkees, fece entrare l’ex-Soft Machine nella Top 40 dei singoli.

Nel suo titolo, “His Greatest Misses” riconosce che l’attività di Wyatt si è svolta al di fuori dello spazio limitato e della definizione del successo pop commerciale, ma allo stesso tempo riconosce che la carriera non carriera di Wyatt si è comunque dimostrata produttiva e rigorosa. Come detto, la non cronologicità della scaletta è un punto che rende le registrazioni di Robert meglio considerate come un catalogo non lineare, questo è un mondo attraverso il quale l’ascoltatore può muoversi a qualsiasi ritmo in qualsiasi direzione.

La compilation mette in mostra molte delle abilità musicali di Wyatt, in particolare la sua tecnica preferita di permettere alle sue melodie di tastiera serpentine di intrecciarsi con la sua voce, vividamente presente nelle battute di apertura di “Sea Song”. Oltre alle celebri cover di Wyatt, “His Greatest Misses” include la sua versione di “Arauco”, originariamente scritta dall’artista cilena Violeta Parra. La versione del nostro di questa canzone di protesta e l’inquietante e potente “Foreign Accents” di “Cuckooland” dimostrano il raro dono di Wyatt per il canto in lingue diverse dall’inglese. Per un artista regolarmente associato a una certa ‘Englishness’, Wyatt è sempre stato un internazionalista dichiarato.

Quella di Robert è una musica unica e universale, capace di emozionare e trasportare; una musica, studiata e preparata in ogni dettaglio, che lascia davvero senza parole.

“His Greatest Misses” è fortemente consigliato ai principianti, a chi disgraziatamente ancora ignora che enorme artista sia il grande Robert; ma anche in questo caso dovrebbe essere soltanto un ascolto preliminare ai veri album, scrigni preziosissimi!!!


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