Dopo due anni dall’uscita di “The House” del 2018 , album in bilico tra dolcezze pop e esistenzialismo, attitudine indie e pulsioni dance, Aaron Maine, mastermind del progetto Porches, torna con il nuovo disco “Ricky Music” nel quale collaborano Mitski, Zsela e Dev Hynes mentre troviamo Jacob Portrait nel ruolo di co-produttore. «Il disco è stato scritto in un arco temporale che va da dicembre 2017 alla primavera del 2019. È un resoconto sulla bellezza, la confusione, la rabbia, la gioia e la tristezza che ho provato in quel periodo – scrive Aaron Maine – penso di essermi sentito tanto perso quanto follemente innamorato mentre scrivevo queste canzoni».
Maine negli ultimi sette anni è diventato uno dei nomi più quotati e chiacchierati in ambito synth pop e non solo. All’inizio era collocato nell’ambiente bedroom pop, benchè la sua proposta apparisse già piuttosto matura, poi è diventato via via più ambizioso in tre album (“Slow Dance In The Cosmos”, “Pool”, “The House”) che lasciavano intravedere influenze varie e cangianti almeno quanto il colore dei suoi capelli.
Ci sono pochi dubbi ormai sul fatto che Maine sappia scrivere canzoni pop non lineari ma ben confezionate: il falsetto giusto in “Do U Wanna”, i sintetizzatori orecchiabili di “I Wanna Ride” e quelli oscuri di “Lipstick Song”, il ritmo dance (un po’ prevedibile) di “Madonna” e quello ben più irregolare su cui è costruita “I Can’t Even Think” lo confermano.
Acconto a questi episodi riusciti se ne contano altri in cui Aaron risulta più tedioso che piacevole. Ecco allora la vulnerabilità di “Hair”, “Fuck_3” e “Wrote Some Songs”, prima della bonus track: quella “rangerover” zuccherosa e vivace molto teen movie anni ottanta.
Questa raccolta, di soli ventisei minuti, ci lascia con un fondo amarognolo in bocca per quello che poteva essere e invece non è. Un passo dopo l’altro si avvicina al successo, obiettivo che sembrava vicino in “Pool” e “The House” (superiori a questo “Ricky Music” spiace dirlo) ma tutt’ora possibile per un artista che forse non ha ancora espresso appieno il suo potenziale.
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