OREN AMBARCHI/JOHAN BERTHLING/ANDREAS WERLIIN – ‘Ghosted’ cover albumSi intitola “Ghosted” l’album collaborativo che vede assieme lo sperimentatore australiano Oren Ambarchi (chitarra) con i due ‘jazz rebel’ svedesi Johan Berthling (contrabbasso) e Andreas Werliin (batteria), entrambi già in ensemble di spessore quali Fire!, Fire! Orchestra e Angles 9.

Fa male essere fantasma, di sicuro, ma in “Ghosted”, il chitarrista, il bassista e il batterista rimuginano sulla sensazione a tal punto che sembrano trovare una via d’uscita. Dato il titolo, questo potrebbe sembrare un altro progetto ispirato alla quarantena, ma in realtà risale al novembre 2018. Ambarchi, Berthling e Werliin, tre musicisti ugualmente esperti di jazz e approcci sperimentali, si sono incontrati allo Studio Rymden di Stoccolma per fare la musica che è diventato questo lavoro.

È tutto radicato nella ricca tonalità e nelle figure ripetute del basso di Berthling, passando dall’acustico all’elettrico. Werliin lo sostiene ma non suona mai vincolato dal ruolo di batterista, sfruttando schemi che corrispondono ai suoi collaboratori per affermarsi come strumentista solista.

Oren si fa strada con sottigliezza – inizia qui la seconda traccia, “II” (i titoli delle canzoni ci danno pochissime informazioni – si chiamano “I”, “II”, “III” e “IV”) con una figura armonica prima di allungarsi in mormorii ed espressivi effetti chitarristici. Tutto fa eco a Can nel suo periodo più meditativo.

In “III”, i tre musicisti si dividono il modo in cui introducono le loro idee melodiche così attentamente che puoi sentire il respiro di Johan quando inizia la sua linea di basso. La traccia si estende negli ultimi 15 minuti, mettendo magistralmente l’ascoltatore in uno stato d’animo tranquillo.

La chitarra di Oren, in modo impressionante, implica che ci sono tutti i tipi di strumenti qui – organi, tastiere, tromba – quando, invece non è così. “IV” ci riporta a casa ancora più lentamente e con i pensieri di tutto ciò che l’ha preceduto; un raccordo più vicino.

Mixato e masterizzato da Joe Talia al Good Mixture di Berlino, la copertina dell’album racconta la storia: una figura solitaria spara a canestri da sola su un ampio campo di notte. Quando sei stato fantasma, hai tutto il tempo e lo spazio del mondo, e Ambarchi, Berthling e Werliin hanno capito cosa farne e hanno creato una colonna sonora!!!


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