LUCY DACUS – ‘Home Video’ cover album“Home Video” è il terzo album della cantautrice statunitense Lucy Dacus, disponibile dal 25 giugno via Matador. Registrato al Trade Horse Studio di Nashville con la collaborazione di Jacob Blizard, Collin Pastore e Jake Finch, il disco arriva a distanza di tre anni di distanza dal precedente “Historian” e a cinque dal debutto con “No Borden”. All’interno di questa nuova uscita ci sono anche le voci di Phoebe Bridgers e Julien Baker, con le quali, nel 2018, l’artista ha formato le Boygenius.

Attraverso il lavoro in questione Dacus si interroga sugli anni formativi passati a Richmond in Virginia (aveva iniziato a studiare cinema all’università), infatti molte canzoni «iniziano come se fossero un libro di memorie – dice la nota stampa – e tutte hanno la compassione, l’umorismo e l’onestà della migliore scrittura autobiografica». In questo è sintomatico il fatto che, rispetto ai precedenti lavori della cantautrice di Norfolk, le nuove tracce risuonino più sommesse, intime, sussurrate: «”Home Video” è un meraviglioso esempio del potere trasformativo della fragilità – continua la nota stampa – la voce di Lucy, sia cantata che scritta, ha il potere curativo di dare sollievo, di penetrare e affrontare».

Cattura tutte le emozioni contrastanti attraverso pezzi di umorismo, felicità, confusione, attraversa il suo crepacuore, i legami familiari e altre relazioni vacillanti, e il compito più difficile della scoperta di sé, lungo la strada. Siamo in presenza di un lavoro che rappresenta un nuovo capitolo della sua storia personale. Anche le compagne di band, Boygenius, hanno contribuito alla voce su due tracce e sono un momento di illuminazione. Nel pezzo di apertura “Hot & Heavy”—un seguito di ” Thumbs “, una storia più cruda sull’omicidio del padre di un amico—Dacus affronta la realizzazione della propria crescita e distacco, e bloccando le nozioni ancora persistenti della sua identità. ‘Pensavo di scrivere “Hot & Heavy” su un vecchio amico, ma lungo la strada mi sono reso conto che si trattava solo di me che superavo le versioni passate di me stessa’ dice la cantautrice. ‘Gran parte della vita è sottomettersi al cambiamento e dire addio anche se non vuoi. Ora, ogni volta che vado in posti che erano significativi per me, mi sembra di sconfinare nel passato. So che la mia versione adolescente non mi approverebbe ora, e questo è imbarazzante e un po’ straziante, anche se so, intellettualmente, che mi piace la mia vita e chi sono’.

Racconti di amori tossici, relazioni vissute come in uno stato perenne di claustrofobia, pensieri di omicidi che portano il più lontano possibile da quello che è sempre stato il ’sogno americano’.

Musicalmente si alternano momenti di pop-rock (“Hot & Heavy”), devastazioni indie (“First Indie” notevolmente dissonante), ballate acustiche velate da nubi oscure (“Christine” e, soprattutto, la notevole “Cartwheel”), paesaggi folk-rock (“VBS”), situazioni corali venate di country (“Going Going Gone”) e, persino, situazioni di indie-folk che si perdono in deviazioni shoegaze (“Triple Dog Dare”).

Speriamo non si arresti questa ispirazione dotata di grande profondità, se così fosse il futuro della nostra appare luminoso e ancora tutto da svelarsi compiutamente!!!


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