JESSE REYEZ: “Before Love Came To Kill Us” cover albumClasse ’91, Jessie Reyez è uno di quei casi in cui pare giustificato immaginare un futuro artisticamente radioso già all’esordio. La canadese di origini colombiane ha già fatto parlare di sé col singolo tutto squittii e vocalizzi di “Figures” (’16), triplo platino in terra natia. Già collaboratrice di Eminem e scrittrice di “One Kiss” di Calvin Harris, hit di maggior successo nel Regno Unito nel 2018, era attesa alla prova dell’album con un misto di entusiasmo e preoccupazione. Avvicinata da Billie Eilish, di cui ha aperto i concerti, la sua ascesa è stata rallentata solo dall’ondata pandemica.

L’album di debutto di Jessie “Before Love Came to Kill Us” è un solido disco d’esordio per un cantante R&B in via di sviluppo. Contiene elementi di trap, rap e produzione più moderna. Le origini latinoamericane non si notano solo dai tratti somatici, ma vengono evidenziate anche con espressioni in spagnolo e pure con un brano, “La Memoria”, sicuramente tra i più riuscita in questa raccolta.

Reyez mette anche il suo stile nella maggior parte delle canzoni, utilizzando le sue inflessioni vocali e la sua voce uniche per renderla facilmente identificabile dai suoi contemporanei, un’ugola che, nonostante sia trattata elettronicamente, è veramente accattivante, non tanto per le ottave di estensione o per il controllo che sa ottenere, quanto per l’espressività con cui sa illuminare le canzoni di frustrazione sentimentale e acido rancore.

Questo è un doppio album che si candida a divenire il primo passo di una luminosa carriera. Le radici colombiane le conferiscono un qualcosa in più in termini ritmico melodici, la nostra dimostra di essere una valida penna che le permette di mantenere un mirabile equilibrio tra hip hop, r’n’b e canzone pop con temi che toccano tutte le ragazze che si trovano a disagio nell’ambito amoroso.

Eminen aiuta, contraccambiando quanto ricevuto, e cerca di dimostrare quanto la nostra abbia da dare agli appassionati.

Il principale svantaggio di questo album è la vera mancanza di diversità, con alcune canzoni che hanno linee melodiche e argomenti simili e creano un effetto ‘Pensavo di aver già sentito questa canzone’ durante l’ascolto dell’album. “Deaf (Who Are You)” è una traccia decente ma viene appesantita dalle sezioni troppo allungate di “Who Are You” … Fortunatamente la traccia successiva “Intruders” è un grande e divertente bop di una traccia. Grande produzione moderna, struttura della canzone e Jessie ne esce super sicura. “Coffin” continua la serie di buoni pezzi con una prodezza di Eminem per aiutare a mantenere alta l’energia e fornire un quasi “Love the way you lie”, con la cantante che riceve anche versi.

Cento riferimenti e mille suggestioni, ma su tutto una personalità artistica che coordina gli spunti per farne un album eterogeneo e pieno di sorprese, dove Jessie Reyez domina con la sua voce duttile. Toccanti e spesso spregiudicati, anche i testi meritano attenzione. Buoni i risultati nella classifica statunitense, palpabile interesse della critica internazionale. Vai a dargli torto!!!


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