Il 1955 fu un anno decisamente importante, di rottura e di notevoli fermenti in campo sociale e anche musicale. Nella sua biografia di Frank Sinatra, Richard Havers ha descritto così la realizzazione di questo album: «Frank era tornato dall’Australia solo da un paio di giorni quando si è recato a New York City per esibirsi al Manhattan Center in occasione di un tributo a Tommy Dorsey. Cinque giorni dopo, l’8 Febbraio 1955, Frank era in studio per la sua prima sessione dell’anno. Questa prima sessione era sotto la direzione di Bill Miller, invece di Nelson.
Frank era accompagnato da un quintetto con Bill al pianoforte, Paul Smith alla celeste, George Van Epps alla chitarra, Phil Stephens al contrabbasso e Alvin ‘Al’ Stoller alla batteria. Insieme hanno registrato quattro brani, tutti arrangiati da Nelson, che sarebbero stati inclusi in quello che molti considerano uno dei più bei dischi di Frank: “In the Wee Small Hours”».
L’album è completato da altri brani registrati da Sinatra nel marzo dello stesso anno con la Nelson Riddle Orchestra. Oltre ad aver raggiunto il secondo posto della Billboard charts, questo disco è stato inserito nella Grammy Hall of Fame nel 1984.
Tornando al 1955 possiamo considerare il titolo in questione come il primo album concept relativamente alla musica leggera e popolare, ma ancora più sorprendente andarlo a scovare in un genere così distante da quello che in un futuro non molto lontano, diventeranno bandiere dei concept album stessi, più o meno in ogni genere.
Gli elementi che Riddle sfrutta per sostenere l’interpretazione di Sinatra sono di natura ovviamente orchestrale ma tarati a dovere per lasciar prevalere un senso di sospensione, una danza su superfici soffici e nuvolose; per far ciò semplicemente evita elementi percussivi o la prevalenza di temi in mano a strumenti a corda dalla tonalità grave, affidando il ritmo ai fraseggi di un’orchestra in cui spiccano gli archi e da cui soventemente si staccano ricami di celesta e chitarra. L’atmosfera è soave, sicuramente come in altre opere già prodotte da Sinatra, è un disco registrato in 5 sessioni notturne e la ricerca di un collegamento fra l’espressività, la musica, le parole e l’atmosfera, questo connubio, per la prima volta porta alla nascita di un concetto attorno ad un disco e non ad una canzone. Queste sono considerazione tanto tecniche quanto sensoriali ed è questa la grande differenza, quella grandezza e dignità di fondo che non abbandona mai durante l’ascolto.
Non so spiegare perché abbia voluto parlarvi di questa opera di Sinatra, in fondo non ho quasi mai affrontato dischi in cui il protagonista è solamente un cantante, ma questo lavoro mi ha sempre affascinato fin da quando ascoltavo quasi esclusivamente rock. È un ricordo sentito e sofferto di quando mi capitava di ascoltarlo nell’auto di mio padre, quindi, probabilmente, vuole essere un omaggio alla persona più importante che abbia mai avuto e cha da troppo tempo non è qui con me!!!


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