La carriera di Louis Armstrong è iniziata quasi 15 anni prima di quella di Ella Fitzgerald.
Louis è stato uno dei primi idoli musicali di Ella, che nelle fasi iniziali della sua carriera spesso eseguiva una canzone del suo repertorio (di solito “Basin Street Blues”) imitando la voce di Louis. Questa abitudine – che può essere ascoltata e vista in diverse performance dal vivo di Ella – era un suo scherzoso omaggio al grande trombettista.
Anche se hanno registrato alcuni brani insieme nel corso degli anni Quaranta, le loro collaborazioni più importanti e significative sono state realizzate tra il 1956 e il 1957. In quegli anni infatti Ella Fitzgerald e Louis Armstrong hanno registrato gli album memorabili “Ella & Louis”, il suo sequel “Ella & Louis Again” (Verve MGV4006-2) qui riproposto e la selezione di brani tratti dall’opera “Porgy & Bess” di George Gershwin.
Mentre l’ultimo album vede l’utilizzo di una grande orchestra diretta da Russell Garcia, i primi due sono stati realizzati con piccole band formate dagli incredibili musicisti dell’Oscar Peterson Trio, con Herb Ellis e Ray Brown (che era stato il marito di Ella), con l’aggiunta del batterista Buddy Rich (sul primo album) e Louie Bellson (sul secondo).
Non tutto filò liscio: Louis è ospite di un piccolo gruppo di accompagnatori abituali di Ella, tra cui l’ex marito Ray Brown, come se la cantante – nota per la sua timidezza – avesse preferito «giocare in casa». A tratti si ha la sensazione di una certa tensione che tuttavia aggiunge fascino alla musica anziché toglierlo: quando si scioglie, però, i risultati sono irresistibili. Ma il fascino più duraturo di queste sedute resta nella giustapposizione di timbri vocali che non potevano essere più lontani. Lo strumento vocala di Ella è al massimo del suo splendore per estensione, chiarezza e potenza ed è in grado di pennellare le melodie   scegliendo per ogni nota un diverso colore vocale che va da una certa ruvidezza nei bassi alla trasparenza cristallina degli acuti. Armstrong canta come se la sua voce fosse catrame, ma con perfetta scelta del tempo, non frantuma le geometrie delle frasi di Ella, ma miracolosamente, ne è complementare.
Come altre grandi incisioni di jazz, questo disco ha le sue rughe e i suoi difetti, ma a oltre cinquant’anni dalla registrazione continua a rivelare nuove dimensioni e a far innamorare della musica afroamericana nuove generazioni di ascoltatori!!!


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