C’è un proverbio che afferma che ad ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria.
I pub rockers Ducks Deluxe sono da considerarsi sicuramente una reazione. La scena britannica, attorno alla metà degli Anni Settanta, è dominata da lustrini ed eccessi. I lustrini sono rappresentati dal glam rock di Gary Glitter e Sweet, gli eccessi dagli artisti prog quali Yes ed Emerson Lake & Palmer su tutti. I nostri sono un gruppo che basa il proprio suono su uno stile americano impregnato di blues e boogie. Non furono mai baciati da enorme popolarità. Il DIY e la working class esercitarono una notevole influenza sulla scena punk inglese che era proprio dietro l’angolo.
I Ducks vennero formati nel 1972 da Martin Belmont (ex roadie dei Brinsley Schwarz) alla chitarra, con Sean Tyla (ex Help Yourself) alla chitarra ritmica e voce, il bassista Nick Garvey ed il batterista Tim Roper. Pubblicarono due dischi, l’omonimo ‘Ducks Deluxe’ nel 1974 e ‘Taxi to the Terminal Zone’ nel 1975 e poi si sciolsero. Dallo split nacquero i Motors e i Tyla Gang, mentre Belmont riuscì ad avere una maggiore visibilità entrando a far parte dei Rumour di Graham Parker. Nel 2007 la band si riunì per celebrare il trentacinquesimo anniversario della loro formazione. Rinvigoriti dalla tournée, pubblicarono ‘Side Tracks And Smokers’ che rappresenta il primo lavoro di materiale nuovo da trent’anni a questa parte. È appena uscito sul mercato un cofanetto della benemerita Cherry Red di tre cd, che contiene nei primi due gli album degli Anni Settanta con aggiunta di demos, b-sides e l’ep ‘Jumpin’’ del 1975, ultima fatica prima dello scioglimento. Nel terzo è compreso il ‘Box Of Shorts Mini’ più pezzi dal vivo. ‘Ducks Deluxe’ è un disco di pub bello tosto con blues in evidenza quali ‘I Got You’ e ‘Falling for That Woman’, pezzi boogie di grande presa quali ‘Coast to Coast’ e ‘Don’t Mind Rockin’ Tonite’. Echi dylaniani, ‘West Texas Trucking Board’ e umori sudisti come ‘Daddy Put the Bomp’ e ‘Please, Please, Please’. Il secondo album è più rock che pub e molto più americano nel suono di quanto fosse il precedente, con forti accenti sudisti ed intriso di Dylan fino al midollo. Segnalo una ballata, ‘Rainy Night in Kilburn’ ed una canzone dai connotati pop come mai prima di allora ‘Love’s Melody’. Il cd della reunion sembra composto nei Settanta, ma non è un demerito.
Riscoprite questi artigiani del pub rock che sanno offrire momenti di grande libidine.

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