Virelles è un pianista cubano di trentaquattro anni che possiamo definire figlio d’arte in quanto il padre era un cantautore e la madre una flautista classica.
È cresciuto a Santiago de Cuba in un ambiente favorevole alla musica che lo porterà, fin dalla tenera età di sette anni, a studiare musica classica e diversi generi di musica cubana!!!
Grazie all’incontro con Jane Bunnett riuscì a completare la sua formazione in Canada, Toronto per l’esattezza. David è sempre stato grato alla Bunnett anche per averlo fatto registrare ed andare in tournee con lei.
Ebbe anche, intorno al 2006, una lunga relazione via e-mail con il saxofonista Steve Coleman dal quale ricevette parecchi suggerimenti e risposte su questioni inerenti alla musica. Virelles studiò musica anche a New York presso Henry Threadgill e, nel momento in cui si trasferì definitivamente nella Big Apple, nel 2009, suonò anche con alcune delle figure più importanti in ambito jazzistico quali Chris Potter e Mark Turner!!!
Il nostro è sicuramente riconosciuto come una delle figure più originali nel jazz d’oggi. È l’espressione paradigmatica del melting pot newyorchese, riesce, nei suoi lavori, a fondere ritmi cubani con gli insegnamenti di Muhal Richard Abrams, ma si trovano pure riferimenti a pianisti più anziani quali Bud Powell e Andrew Hill.
David ha già all’attivo un paio di albums su ECM e “Gnosis” è il terzo uscito per l’etichetta bavarese.
Il suo nuovo sforzo è “una futuristica musica da camera afro-cubana”:così il pianista cubano definisce il nuovo disco!!!
Il lavoro presenta ben diciotto brani spesso molto brevi(solo uno supera i sei minuti di durata). Il progetto si rifà ai ritmi cubani sia ancestrali che moderni, ma anche ai riti magico-religiosi della cultura dell’isola caraibica che riesce a commistionare con forme musicali contemporanee quasi d’avanguardia.
La sua volontà è quella di dare voce alla dimensione misteriosa, esoterica e sincretista dalla santeria!!!
Per riuscire nel suo scopo si serve di una band insolita composta dal piano, da due contrabbassi, una batteria e tante percussioni poliritmiche ed anche un set di strumenti percussivi tribali!!!
Il disco si presta ad una doppia lettura:alcuni pezzi sono oscuri e rarefatti con alternanza di accordi e silenzi, altri, invece, richiamano palesemente l’Hard Bop ed il Latin Jazz, ma non in senso calligrafico piuttosto in versione rilettura originale.
Il pregio di “Gnosis” è quello, però, di non cadere nella fusion di maniera, ma di portare avanti un discorso artistico sempre rigoroso e stimolante.

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