DAVE GAHAN & SOULSAVERS – ‘Imposter’ cover albumAlbum di cover per il frontman dei Depeche Mode Dave Gahan assieme a Soulsavers, ovvero il progetto di Rich Machin. Il disco, uscito il 12 novembre, s’intitola “Imposter” e contiene versioni di brani di PJ Harvey, Jeff Buckley, Neil Young, Bob Dylan, Mark Lanegan e altri ancora. ‘Quando ascolto canzoni di altri musicisti – in particolare come le cantano e ne interpretano le parole – mi sento a casa. Mi ci identifico. Mi conforta più di ogni altra cosa. Non c’è performer in questo disco che non mi abbia toccato nel profondo. So che abbiamo fatto qualcosa di speciale con questo lavoro e spero che ci venga riconosciuto. Questa musica è un invito a una sorta di trip, una dedica a coloro che la amano da molto tempo’ così si esprime Dave sulla nuova fatica.

Gahan si è aperto sulla sindrome dell’impostore che lo ha afflitto per anni, sia nei Depeche Mode che cantano le canzoni di Martin Gore, sia nel confronto con altri cantanti nel mondo della musica rock che ha apparentemente felicemente abitato negli ultimi quarant’anni. Se esistono dubbi, è difficile identificarli con precisione nelle dodici canzoni qui presenti. Fondamentalmente, la cosa importante con “Imposter” è che Gahan porta la propria personalità in queste tracce, indipendentemente da quanto familiare possa essere il brano originale. La sua rivisitazione di “Lilac Wine”, un pezzo che Jeff Buckley ha fatto suo su “Grace”, viene consegnato con un’ossessione sognante, quasi come se Dave stesse cantando mentre setaccia vecchie foto e ricordi.

Lo ascoltiamo, anche, che affronta “A Man Needs A Maid” di Neil Young, imprimendo temi profondi di dipendenza in una canzone normalmente piena di ambiguità; nelle mani del nostro, la composizione assume una fragilità straziante e una contemplazione inquietante, esaltata dalla leggerezza del tocco di Sean Reed al pianoforte. Altrove, l’euforico spaccone blues, che le sue collaborazioni con Machin sembrano sempre suscitare, appare con tutta forza in “I Held My Baby Last Night”, anch’esso interpretato dai Fleetwood Mac, mentre la chitarra distorta e feroce che preannuncia una versione di “Metal Heart” di Cat Power suggerisce la voce esuberante e appassionata di Gahan che è diventata una qualità fondamentale nel suo lavoro nel corso degli anni.

Due cover in particolare spiccano: una versione di “Shut Me Down” di Rowland S. Howard, originariamente registrata per l’ultimo album dell’ex chitarrista dei Birthday Party, e la troppo familiare “Always On My Mind”. “Shut Me Down” è una canzone piena di punti di riferimento devastanti, un pezzo agrodolce che Howard ha scritto mentre stava morendo di cancro terminale, che sembra indissolubile con la sua fine prematura. Nelle mani del cantante dei Depeche Mode, incanala quel senso di rimpianto in malinconia ed euforia muta, evocando una speranza contorta dalle desolate rovine della canzone di Howard.

Nel frattempo, “Always On My Mind”, un brano così famoso, spesso interpretato e familiare che raramente passiamo troppo tempo a pensare al suo messaggio, viene consegnato con una semplicità schietta, esponendo così le vulnerabilità e le imperfezioni della canzone. Si distingue come un momento imponente, compiuto, cruciale, e uno che dovrebbe sradicare ogni traccia della sindrome dell’impostore che ha portato a questo brillante, toccante album; un disco che diventerà – nel tempo – tanto significativo e importante per la carriera di Dave quanto la serie “American” di Johnny Cash lo è stata per la sua eredità duratura!!!


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