CURRENT JOYS – ‘Voyager’ cover album“Voyager” è il quarto album di Nick Rattigan aka Current Joys, songwriter di Reno (Nevada) già metà del progetto Surf Curse e in passato conosciuto come TELE/VISIONS, diventato uno dei casi internet-based dell’indie americano anni zero, uno di quelli non particolarmente chiacchierati o acclamati tra gli addetti ai lavori ma capaci di farsi largo tra il pubblico grazie alle playlist streaming (su Spotify la traccia “New Flesh” ha quasi 100 milioni di plays e su Youtube un video di “Different Age” ne conta quasi 25 milioni).

“Voyager” fossilizza una proposta sospesa tra indie pop, lo-fi rock e slowcore, destinata al casual indie listener, più attento all’aspetto melodico-emozionale che a quello stilistico. Questo album di Nick sotto il nome di Current Joys è come un sospiro di sollievo per gli ex ragazzi indie che vogliono solo qualcosa di emotivo da suonare dietro il dramma meschino e pedonale delle nostre vite.

La raccolta contiene molti brani davvero inattesi e sorprendenti, tra cui l’impennata “American Honey”, la straziante “Rebecca”, la robusta, “Shivers” e l’energica “Money Making Machine”. Alcuni di questi pezzi, in particolare “Shivers” e “Rebecca” ricordano leggermente il lavoro di Conor Oberst – forse c’è qualcosa di speciale nei cantautori malinconici degli Stati Uniti che iniziano con N? Se siete come me, state cercando canzoni per scuotere l’intorpidimento dalle vostre membra e stimolare il vostro cuore in vita, sia la voce sussurrata di Rattigan che le melodie premurose sono una scelta perfetta.

Queste canzoni non parlano di sentirsi felici, ma di ricordare come ci si sente, anche se scongelare significa svegliarsi con un tremito che fa battere i denti. È perfetto per coloro che adorano i toni rilassati e leggermente sghembi, tipici di un indie-rock che ormai esiste solo nella memoria di chi lo ha ascoltato ai vecchi tempi.

C’è qualcosa di prezioso nella piccolezza della voce di Rattigan, come una prelibatezza in un ristorante francese; sai che è buono perché ci si prende tempo e concentrazione per produrne così poco. Le sue grida silenziose come se fossero destinate ad essere urlate. Eppure si attutiscono dolcemente con il controllo. Il tutto è accarezzato da una brezza primaverile, le melodie sono quelle che ci facevano star bene quando si parlava di musica ‘college-oriented’. Questi sono gli ingredienti di un’opera che non verrà ricordata per la sua originalità, ma per il trasporto avvincente ed accattivante delle sue sedici puntate.

I riferimenti del nostro volano alto nell’ambito cinematografico, come per esempio accade in “Rebecca” e “Dancer in the Dark”, ma anche in quello letterario e musicale non si scherza (“Shivers” dei Birthday Party è veramente ben fatta).

Un autore a cui piace giocare in minore e avere una dimensione provinciale anche se ora abita a Los Angeles. C’è il gusto delle piccole cose, le migliori, da assaporare un poco alla volta!!!


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