CULT OF DOM KELLER – ‘They Carried The Dead In A U.F.O.’ cover albumDal 2007 la band britannica lascia una scia di sogni di febbre sonora, psichedelia oscura e sperimentalismo che batte con un cuore industriale pesante. Con questo nuovo lavoro sono ad evocare il loro disco più pesante e avventuroso fino ad oggi. Incanalando i recenti limiti e trasformandoli a loro vantaggio, i Cult of Dom Keller si trovano ad alterare radicalmente il loro approccio creativo e a trasformare il loro suono in una bestia completamente nuova. In questo album la band affina un sound noise-rock industriale che viene spinto sull’orlo del baratro.

Ora entrano nel loro quindicesimo anno di esistenza essendo emersi nel 2007 dalle ceneri di molti altri sperimentalisti garage con sede a East Midlands. Il quartetto, ora situato rispettivamente all’interno e tra varie parti di Nottingham e Leicester, ha superato la desolazione del blocco e tutto ciò che ha portato a creare un disco che affronta e supera la paura della morte. Anche come concetti prioritari, “They Carried The Dead In A UFO” è un ascolto a volte sconcertante, ma che intrappola e poi coinvolge immediatamente il suo pubblico. Sono tornati ad un formato canzone, dopo che il precedente, “Ascend”, era prevalentemente strumentale.

I nostri non sono a trazione chitarristica in quanto una parte importante giocano le tastiere per la ricerca del proprio sentire psichedelico. Le atmosfere sono turbate allucinate, oscure nella maggior parte dei casi, anche in episodi che sembrerebbero più onirici (“Run From Gullskinna”), ma che poi sfociano in un rilascio rumoroso.

Il disco è composto di otto brani che attraversano il grande divario tra psichedelia, rock tradizionale e sperimentazione sonora d’avanguardia. È un lavoro che si dimostra all’altezza del vanto dei suoi creatori di non aver mai fatto lo stesso album due volte. In effetti è difficile immaginare un momento in cui i Cult di Dom Keller abbiano ripetuto la stessa sequenza di accordi, figuriamoci se l’hanno usata per informare un intero disco. Quindi, come ci si aspetta dal quartetto, “They Carried The Dead In A UFO” è l’esatto opposto del suo predecessore “Ascend”. Mentre quel disco si è immerso in pesanti passaggi strumentali, questo devia lungo diversi vicoli catastrofici. La luce che ritorna sempre prima che si raggiunga la fine del tunnel.

Quindi dal momento in cui la gloriosa apertura “Run From The Gullskinna” lancia “They Carried The Dead…” nella stratosfera non c’è discesa fino a quando “Last King Of Hell”, classica psichedelia acida, porta l’album a un tumultuoso finale. Nel mezzo, “She’s Turning Into A Serpent”, viaggio ritualistico ricco di elettricità, fornisce un rilassante antidoto prima che il tenace ululato di “Infernal Heads”, un blues di matrice industrial, trovi i nostri abbracciare le loro tavolozze sonore fino all’orlo.

Ciò che rende la raccolta ancora più speciale è che ogni membro della band ha registrato e poi prodotto le proprie parti separatamente, la conseguente pandemia li ha costretti ad abbandonare la tradizionale jam session in sala prove. Costretti a trarre il meglio da una brutta situazione, i Cult of Dom Keller hanno fatto proprio questo, consegnando probabilmente il loro miglior lavoro fino ad oggi per coloro che non possono fare a meno di psichedelia rumorosa e malata!!!


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