COCOROSIE- “Put The Shine On”“Put the Shine On” è l’album delle Cocorosie che segue a cinque anni di distanza la precedente prova “Heartache City” Il disco viene anticipato dai brani “Lamb and the Wolf” e ”Smash My Head”, quest’ultimo accompagnato da un clip diretto dalla stessa metà del duo Bianca Casady. Del nuovo lavoro di Bianca e Sierra si parla già dal 2017, anno in cui è stato pubblicato il singolo “Smoke ‘Em Out” con la presenza di Anohni.
Nel pieno degli anni 00, agli inizi della loro carriera, Bianca e Sierra Casady, ossia le CocoRosie, rappresentarono un vero e proprio caso musicale, registrando persino qualche imperitura hit indie – le varie “Werewolf”, “Beautiful Boyz” e “Lemonade”. Nel periodo dell’esordio si notava ancora interesse per tutto quello che poteva essere classificato come micro-fenomeno indie. Il più delle volte, non in questo caso, si trattava di un qualcosa che, a torto, si reputava interessante, ma che il trascorre del tempo ha sancito come superfluo. Come è naturale che fosse, col passare del tempo l’interesse verso le dolci, bislacche fantasie delle sorelline è andato scemando e le due, pur insistendo fino al 2015 nel pubblicare dischi quasi ogni due anni, non hanno retto la botta e la loro ispirazione ne ha risentito.
Questa volta si sono prese tutto il tempo necessario per rimettersi in gioco e ciò ha sicuramente giovato alle loro idee. È tutto chiaro fin dalla copertina in cui le due sorelle di stanza a Brooklyn si presentano con costumi tardo vittoriani di tipo cabarettistico.
Anche il sound è stato parzialmente rinnovato, c’è il consueto weird-folk e i filtri lo-fi (centrali in episodi come “Mercy” e la teatrale “Slow Down Sun Down”), ma prendono forma momenti in cui gli arrangiamenti sono ben marcati, con pianoforti e altre tastiere a guidare le melodie (“Restless”, “Did Me Wrong”).
“Smash My Head” è sincopata e si caratterizza per bordate electro, è un viaggio dalle sfumature violente che accarezzano il dub-step riallacciandosi, contemporaneamente, a solidi elementi drum’n’bass. Non mancano metriche hip-hop, come in “Restless”, un brano difficile da togliersi dalla testa. “Aloha Friday”, invece, c’introduce in tutt’altro campo tra una battuta alla macchina da scrivere ed un giro di carillon. La canzone, a mio avviso una delle punte di diamante di quest’album, si apre languida e malinconica e continua il suo percorso molle sostenuta dalla melodia di fedeli violini che si piegano ciecamente, seguendo la voce che li guida.
Forse troppo lungo (55 minuti) perché non ci sono così tanti pezzi all’altezza da giustificare la durata, ma è stato creato uno sfondo sonoro coerente per un viaggio introspettivo.!!!


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