La Clean Feed è una etichetta portoghese fondata nel 2001 a Lisbona ed è un laboratorio di idee musicali capaci di spaziare tra il jazz improvvisato, musica cameristica e esperimenti sonori in cui entra in gioco l’elettronica. Il roster dell’etichetta è veramente imponente contando di nomi importanti quali Ray Anderson, Tim Berne, Carlos Bica, Anthony Braxton, Mark Dresser, Ellery Eskelin, Peter Evans, Scott Fields, Fight the Big Bull, Charles Gayle, Dennis González, Mary Halvorson, Alfred Harth, Tony Malaby, Joe Morris, Evan Parker, Elliott Sharp, Ken Vandermark, and Otomo Yoshihide. Tutti fanno oppure ne hanno fatto parte. Dal 2006 la label organizza un festival a New York in cui suonano i musicisti sotto contratto e, dal 2010, il festival si è ampliato toccando altre sedi come Chicago e altri luoghi in Europa.
La Clean Feed non conosce soste, registrano ogni giorno, infatti durante l’anno escono tanti titoli, in controtendenza rispetto all’andazzo generale.
Il disco preso in esame è un’opera di jazz cameristico assolutamente attuale, ma che ha i punti di riferimento nelle musiche che furono, trovate dopo attente ricerche come se fossero state cercate in luoghi ricchi di storia dove si conservano le memorie e si nascondono i reperti di valore. Il lavoro è presentato da un trio composto da Carlos Bica e Daniel Erdmann che rappresentano il verbo jazz e da Dj Illvibe, figlio di Alexander Von Schlippenbach, il cui nome di battesimo è Vincent.
Quest’ultimo si occupa dei frammenti sonori che riescono a scompaginare la materia musicale in continuazione. Non sono invadenti, ma si miscelano alla perfezione e non invadono la linea melodica o le divagazioni dei due altri musicisti. Tutti e tre sono solisti, esplorano l’ignoto e danno risultati eccitanti. Tra le pieghe del disco scorgiamo suoni che si materializzano come colonne sonore per scene inquietanti (“Cinema”), canti che ci conducono in medio oriente (“El Bachir”), marce condotte da bande di paese (“The fuel of life”).
Il lavoro richiede la dovuta attenzione, crea stati d’ansia, ma d’altronde sono i nostri tempi che lo richiedono!!!


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