BARCLAY JAMES HARVEST – ‘Time Honoured Ghosts’ cover albumUna band le cui radici affondano nel Lancashire e la cui principale base di fan risiede nei territori europei. Inviata al di là dell’Atlantico per registrare in America. Che cosa potrebbe andare storto?

Il remaster Cherry Red/Esoteric è l’occasione per molti di noi di indulgere in un po’ di nostalgia dell’epoca, se non della metà degli anni Settanta in generale. Personalmente, è un album ricordato per canzoni come “Jonathan” e il gioco di parole sulle canzoni dei Beatles in “Titles”. Quest’ultimo all’epoca sembrava piuttosto intelligente a un giovane in un percorso di scoperta anche se il tempo avrebbe potuto essere meno gentile. Col senno di poi, “Time Honored Ghosts” è un album di transizione. Il periodo ha preannunciato un trio di lavori che è seguito a “Everyone Is Everybody Else”, spesso piazzandosi tra i primi in classifica nei sondaggi dei fan, e il suono live più crudo immortalato su “Barclay James Harvest Live”. “Time Honored Ghosts” potrebbero non avere questo status, ma una rapida ricerca rivela che il trio “THG/Octoberon/Gone To Earth” dal 1975 al 1977 figura tra i primi quattro in un sondaggio (http://www.bjharvest.co.uk). Strane cose accadano tra i seguaci duri e puri.

Il gruppo del chitarrista John Lees si è sempre distinto per i suoi brani dalle atmosfere barocche, ricche di melodie sontuose ed arrangiamenti eleganti, senza mai esagerare con la tecnica individuale, ma ponendo molta cura nei cori e nelle armonie. Pubblicato per la prima volta nell’ottobre 1975, registrato a San Francisco con il produttore americano Elliot Mazer, contiene brani classici come “In My Life”, “Jonathan”, “Titles” (un singolo di successo in Europa), “Moongirl”, “Hymn for The Children”, “Song for You” e “One Night”. Questa edizione è stata rimasterizzata dai nastri master stereo originali scoperti di recente, e contiene anche una ri-registrazione di “Child Of The Universe” del 1975 (destinata a un singolo americano ma poi accantonata). Proprio la registrazione nell’assolata California materializza un contrasto, che arriva nella più dolce lussuria che era il risultato dell’ambiente che ha visto uno spostamento verso il tipo di atmosfera rilassata e soleggiata, che potrebbe essere trovata su un album degli Eagles. Un disco che è stato l’esperimento americano; la registrazione con Mazer si è rivelata molto diversa dal paesaggio ondulato della loro base di partenza a Saddleworth.

È anche un album che segue lo schema di una canzone di John Lees seguita da una canzone di Les Holroyd, ma ce n’è sempre una di Woolly Wolstenholme. Di solito una traccia che era spesso la canzone che si distingueva dalle direzioni di scrittura più prevedibili e distintive di John e Les, e in questo caso con “Beyond The Grave”, una che spesso si è rivelata un punto culminante dell’album.

Una rivalutazione può spesso riservare delle sorprese. In “Time Honored Ghosts” è la spinta verso ciò che è una splendida canzone, ”Song For You”. Una che potrebbe essersi dissolta nella notte dei tempi prima di tornare a dire ‘ti ricordi di me?’. Perdonate il tenue paragone, ma sembra che i BJH facciano gli Who; gli accordi di chitarra commoventi e le linee di synth prima che il ‘tema’ principale si schianti. Una la cui struttura generale la fa sembrare più una canzone di Lees piuttosto che una melodia di Holroyd.

Per quanto riguarda la confezione, la copertina è quel bel tramonto caldo che semmai è un’immagine iconica e bucolica di BJH, si farebbe strada nel classico trio di album di fine anni Settanta. E c’è anche l’ombra della farfalla altrettanto iconica. Come al solito, alcuni extra invogliano i fan più sfegatati ad aggiungere l’oggetto alla loro collezione. Il remake di “The Child Of The Universe” potrebbe non essere essenziale, ma l’opzione per provare il surround up-mix 5.1 è molto apprezzata. Un set di cinque film promozionali lo rende molto utile per un fan che potrebbe aver perso i contatti. Un’ultima menzione alle note dell’album, dove Keith e Monika Domone prestano la loro esperienza (hanno fatto libri sulla band) mostrano anche che si è pensato di rendere il set il più vicino possibile a quello definitivo.

In definitiva, nonostante alcune riserve, una ristampa indispensabile per i fan del PROGRESSIVE ROCK degli anni 70!!!


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