ARGY – ‘ The Interior Journey’ cover albumNon potreste mai accusare Argy di stare fermo musicalmente. Ci sono pochi artisti con una discografia così prestigiosa in lungo e in largo: Cocoon, Cadenza, Poker Flat, Desolat, Crosstown, Permanent Vacation, Defected e Diynamic sono solo alcune delle etichette su cui Argy è apparso.

Questo supporto diversificato non è nato per caso, ha preso forma da uno stile unico e da un approccio senza paura all’assunzione di rischi, come spiega felicemente, ‘Prenderò sempre dei rischi e rimarrò su un percorso eclettico, meno ovvio, motivo per cui nessun genere mi ha mai reclamato. Al centro di tutto, però, c’è un profondo apprezzamento per quei brani che possiedono quell’ingrediente magico, duraturo e senza tempo. La musica house, nel senso molto tradizionale, è sempre al centro delle mie produzioni’.

Con “The Interior Journey”, il suo nuovo LP di 9 tracce, Argy continua questo ethos altamente creativo e in continua evoluzione che è sostenuto dall’amore per la house; tira fuori quel trucco abile e sfuggente di rendere omaggio agli anni formativi del clubbing senza perdere nulla del suo aspetto contemporaneo e, come se ciò non bastasse, lo fa attraverso un certo numero di generi. Se i suoi echi di Detroit in “Psychedelic Revival”; Influenza Kraftwerk di “A Course In Miracles”; la lettera d’amore delle Baleari che è “Ab Aeterno” o il groove contagioso del singolo di debutto “Ketuvim”, che suona come il meglio dell’hard e soul di New York e del leggendario UMM italiano tutto in uno, questo è un corpo di lavoro che pochi avrebbero potuto produrre ed è una testimonianza dell’approccio di Argyris Theofilis.

Questo nuovo album del produttore greco è pieno di sorprese, toni e trame in modi che si rivelano completamente ad un secondo ascolto. “The Interior Journey” è ovviamente il titolo perfetto poiché la musica attraversa un terreno più oscuro, nutrendosi di influenze del passato, pur mantenendo una visione completamente contemporanea in termini di produzione. L’impulso mistico di “Power Of Detachment” è un esempio calzante in quanto gli incantesimi funzionano attorno a punteggiatura di bassi post-punk e una corsa impulsiva di drum machine.

Queste ricche atmosfere sono presenti in egual numero su più tracce e queste per me si rivelano le più coinvolgenti. Provate l’allettante sincope di “Damanhur” per un’alternativa, o l’Acid/New Beat che riflette “Psychedelic Revival” per elementi di puro pericolo. Oppure, il fascino brutale del comandante della salva di apertura, “Ketuvim”. Questo album parla del processo del pensiero e della sua traduzione nell’emozione del suono. Il che è ovviamente molto gradito nel 2021. Così come la copertina decisamente bella dell’artista grafico, con sede a Lipsia, Lion.

Nonostante l’oscurità e la profondità il nostro gioca brillantemente con i generi e ci consegna un album, al solito, immediato!!!


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