ADRIAN CROWLEY: “The Watchful Eye Of The Stars” cover albumUna notte di tempesta in Irlanda, il fratello di Adrian Crowley portò a casa un corvo ferito. Dopo essersi preso cura di lui per un po’, l’uccello volò via da solo, lasciando un’impronta dietro di sé: Crowley scrisse una storia su questo, che sarebbe poi diventata la canzone “Crow Song” sul suo nuovo disco e nono album in studio, “The Watchful Eye of the Stars”.

È un disco soffuso di una qualità nebulosa e surreale, Adrian descrive le struggenti narrazioni come quelle che hanno insistito su di lui per essere completate. Dopo il fatto, sembrava che queste canzoni gli arrivassero più o meno completamente formate. ‘È una cosa bella e misteriosa’, dice. Per il nostro, il processo creativo è un evento organico piuttosto che una pratica che si sente obbligato a regolare o controllare.

Si avvicina ai testi come fa con i racconti. ‘Le canzoni sono a cavallo tra il mondo conscio e quello subconscio e alcune sono persino psichedeliche nella mia mente, ma per me sono tutte allo stesso tempo storie vere e nate da un altro luogo’, spiega. Nel realizzare l’album, Adrian si è spostato tra lo studio e la registrazione a casa, mentre John Parish (Aldous Harding, PJ Harvey) ha prodotto. La coppia ha lavorato a partire da tracce fatte inizialmente da Crowley su una chitarra a corde di nylon in formato ¾ di un negozio di beneficenza o sul Mellotron: ‘In questo modo, John voleva mantenere un po’ della magia di quella prima ripresa’ dice il cantautore. Le contraddizioni e le complessità sono lasciate intatte, le registrazioni iniziali erano limitate a uno o due take, e le canzoni sembrano più un sogno raccontato al risveglio.

Jim Barr dei Portishead ha contribuito con il contrabbasso ed è stato chiamato a creare parti di “Watchful Eye” a Bristol. Nadine Khouri e Katell Keineg sono state invitate come cantanti di supporto. Parish stesso ha contribuito anche con la strumentazione, il suo caratteristico senso del dramma ha conferito al lavoro un nuovo vantaggio complessivo senza interromperne il minimalismo.

Avendo membri del Crash Ensemble di Dublino per registrare solo per pochi giorni, Crowley ricorda di essere rimasto sveglio tutta la notte a scrivere parti di archi per “Northbound Stowaway”, che è stata registrata la mattina seguente. La traccia finale “Take Me Driving” ha inizio con un arpeggio, quindi si apre in una malinconia outro. Evidenzia l’abilità di Adrian nel trasformare una frase silenziosa e ripetuta in qualcosa di magnifico, misterioso e del tutto accattivante: una storia.

Crowley lascia l’ascoltatore qui nel suo mondo, guidando in macchina con un compagno volubile, incerto su dove stiano andando, ma continuando comunque mentre esce dal lato del passeggero.

“The Watchful Eye of the Stars” è un lavoro intimo e accattivante che rivela il talento narrativo di Adrian Crowley!!!


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